Comunicato stampa e conseguente rassegna stampa in seguito ad ennesima aggressione ad un sanitario

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Comunicato stampa e conseguente rassegna stampa in seguito ad ennesima aggressione ad un sanitario

 

COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio dell’Ordine dei Medici si è riunito in seduta straordinaria a seguito della notizia della grave aggressione nei confronti del Dr. Fortunato Carnovale, Medico Igienista del Dipartimento di Prevenzione, perpetrata con sconsiderata brutalità e inaudita violenza procurandogli gravi lesioni personali.

Il Consiglio dell’Ordine denuncia veementemente, esprimendo solidarietà e vicinanza al Collega, per la grave aggressione ingiustamente e proditoriamente subita, nello svolgere con impegno e dedizione, la sua attività professionale di verifica e controllo igienico sanitario anche a difesa della incolumità e salute dei cittadini.

Nel corso della seduta i Consiglieri dell’Ordine dei Medici, prendendo spunto da questo grave e spropositato gesto delittuoso, ha evidenziato come in quest’ultimo periodo continuano e si perpetuano a ritmo crescente le aggressioni gratuite, ingiustificate, proditorie nei confronti dei medici operanti a vario livello, fra cui anche ultima e gratuita violenza subita dai sanitari del al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Jazzolino”.

Il Consiglio dell’Ordine rileva che queste forme di violenza inaudita e ingiustificata, si verificano con sempre maggiore frequenza e con gravi ripercussioni per l’incolumità personale e collettiva del personale medico, infermieristico o di assistenza che opera con professionalità, impegno, indefessamente e con spirito di abnegazione.

Pertanto questo Consiglio dell’Ordine esprime una vibrata protesta e di condanna per tali immotivate, immeritate e ingiustificate aggressioni nei confronti dei medici, a volte da etichettare come atti di grave e inaudita violenza che non trovano alcuna giustificazione in uno stato di diritto.

Inoltre questo Consiglio, rivolge un invito alle Istituzioni politiche, religiose e sociali, alle Associazioni di Volontariato ai Mass media a tutti i cittadini a vigilare, per prevenire, impedire e denunciare queste gravi forme di violenza personale, perpetrata soprattutto nei confronti di Medici che operano e prestano la loro attività professionale clinica, diagnostica nei Pronto Soccorso dei P.O., sulle Autoambulanze del 118, nelle Postazioni di C.A., negli Ambulatori Specialistici e di Medicina Generale o nelle visite ispettive di verifica e controllo nei luoghi di lavoro pubblici o privati.

Infine questo Consiglio auspica che le Forze dell’Ordine, celermente consegnino alla giustizia gli autori della proditoria, inqualificabile e grave violenza subita dal Dr. Fortunato Carnovale.

Distinti saluti

Il Presidente

Dott. Antonino Maglia

DOCUMENTO PROGRAMMATICO SUL TEMA DELLA VIOLENZA AI MEDICI ED AGLI OPERATORI SANITARI A SEGUITO DELL’INCONTRO ISTITUZIONALE EFFETTUATO PRESSO L’ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI DI VIBO VALENTIA IN DATA 20/03/2017

Dopo l’ultima grave aggressione avvenuta qualche giorno fa, si torna a interrogarsi su come mettere in sicurezza le professioni sanitarie che corrono più o meno lo stesso rischio di essere aggrediti di quello di poliziotti e altre forze dell’ordine:  spesso anche con conseguenze sull’equilibrio psicologico degli aggrediti, tale da compromettere il loro buon rendimento lavorativo

POCA ATTENZIONE AL FENOMENO

Il clima è ormai esasperato  le violenze verbali e fisiche si verificano tutti i giorni, il fenomeno delle aggressioni, se prima riguardava principalmente i medici ospedalieri dei Pronto Soccorso e le Guardie Mediche, ora sembra non risparmiare più nessun camice bianco (secondo uno studio condotto dalla SIMEU Calabria (Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza) degli aggrediti il 45% è donna, il 60% subisce minacce verbali, il 20% percosse, il 10% atti di vandalismo e il 10% violenza a mano armata). Tanti medici vivono una condizione di profondo disagio. I medici effettuano interventi, spesso complessi, fanno diagnosi, prescrivono cure: non devono difendersi da un’utenza spesso esasperata, che li considera responsabili di una realtà di cui sono invece le prime vittime

Il clima elettrico tra medici e pazienti finisce inevitabilmente per complicare il lavoro dei camici bianchi e del personale sanitario, che si ritrovano a lavorare con una forte pressione e con la paura di sbagliare.

Oppure qualcuno ritiene piacevole per infermieri, medici, ausiliari assistere i pazienti nei corridoi, visitarli in sale sovraffollate, ed avere a che fare con parenti ed accompagnatori spesso comprensibilmente aggressivi? Abbiamo denunciato come da almeno dieci anni ci sia stata una sostanziale inerzia delle istituzioni. Non siamo disposti a considerare “normale” essere aggrediti per svolgere il nostro lavoro, un lavoro che tra non molto in pochi vorranno fare».

Dall’incontro tenuto presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Vibo Valentia e Provincia cui hanno partecipato Sua Eccellenza il Prefetto, il Direttore Generale dell’ASP e il Sindaco di Vibo Valentia, l’Onorevole Vincenzo Pasqua, il Consiglio Direttivo dello stesso Ordine e la Stampa, è uscito un documento programmatico di attività da perseguire per ridurre il fenomeno della violenza agli operatori sanitari

  1. Nell’ottica della ricerca ed affermazione di una cultura sanitaria, come rilevato dal presidente dell’ordine nell’incontro con le Istituzioni e la Stampa, che intessi e permei i rapporti tra cittadini, medici e operatori sanitari per garantire il diritto alla salute, l’Ordine dei Medici Provinciale si farà carico di organizzare incontri formativi con le Istituzioni Sanitarie e Sociali, con le associazioni di Categoria e con gli altri Ordini Professionali della nostra Provincia intessendo i dovuti rapporti con il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria. Coinvolgere gli altri Ordini Provinciali dei medici chiedendo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per lo studio di questo evento sentinella previsto dalle norme ministeriali per realizzare una rilevazione precisa e attenta del fenomeno in tutte le sue forme, dalle meno gravi alle più gravi, anche al fine di effettuare comparazioni tra le varie realtà e di capire quali siano le situazioni da considerarsi maggiormente a rischio, per cercare di prevenirle.  
  2. I medici vibonesi vogliono ristabilire una alleanza terapeutica con i pazienti ed i loro familiari, ricucendo il rapporto fiduciario tra operatori sanitari e cittadini, che viene continuamente interrotto dalle criticità e dalle carenze organiche e strutturali. Il Direttore Generale con tutto il management aziendale provvederà all’organizzazione dei corsi di comunicazione rivolti a tutte le figure professionali sensibili e delle campagne educazionali per le modalità di accesso ai servizi e di sensibilizzazione su tematiche sanitarie di particolare interesse sociosanitario. E’ importante studiare  le caratteristiche personali e le condizioni di lavoro di quegli operatori che risultano aver subito aggressioni ripetute, per poterli maggiormente supportare cercando di ridurre il loro livello di rischio. Gli strascichi psicologici sugli operatori sono meno rilevanti quando si sentono supportati dall’organizzazione per la quale lavorano, mentre possono risultare devastanti da un punto di vista professionale e personale quando l’operatore si sente lasciato solo ad affrontare il problema, dovendo magari  tornare a lavorare nel luogo dove ha subito l’aggressione e con gli stessi pazienti.
  3. Le Forze di Polizia, la Prefettura, la Questura e tutte le competenti Autorità insieme alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, intervengano esercitando ogni loro potere al fine di ripristinare nei luoghi di lavoro del personale sanitario ed ausiliario, in cui accede il cittadino bisognoso di cure, la sicurezza necessaria a consentire un sereno ed efficiente svolgimento del proprio lavoro, senza sentirsi in apprensione per la tutela della propria incolumità fisica e potersi invece dedicare esclusivamente alla cura ed all’ascolto dei pazienti. Le Aziende Ospedaliere  e Sanitarie nel segnalare questi episodi alle forze dell’ordine, anche se si tratta solo di minacce verbali o insulti, si costituiranno parte civile nell’eventuale processo penale e civile: questo perché, è bene ricordarlo, i medici e gli infermieri che prestano soccorso ai pazienti stanno svolgendo in quel momento pubbliche funzioni. Sono a tutti gli effetti pubblici ufficiali, come i poliziotti, i carabinieri.
  4. Protocollo di intesa con i mass-media per una verifica più obiettiva  dell’attendibilità di notizie evitandone  la pubblicazione di quelle non vere  e tendenziose:  per non arrivare a  disorientare i malati alimentando fra loro una condizione di “incertezza e sospetto”. Il miglioramento di un clima disteso e leale nel rapporto tra i mezzi di informazione ed il “pianeta” sanità non può che portare obiettiva e costruttiva opera educativa sociale.

 

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