SISTRI: LA CAO INCONTRA IL MINISTERO DELL’AMBIENTE
Si Chiama SISTRI, ed è il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti al quale, dal 2014, dovrebbero aderire anche i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, tra i quali gli studi Odontoiatrici.
Ma gli Odontoiatri non sono d’accordo: contestano l’essere accomunati, dal Decreto Legge 101 del 31 agosto 2013 – che ha introdotto il SISTRI – alle imprese e indicano come “modesta” la quantità di rifiuti pericolosi prodotta nei loro studi.
Per porre queste istanze all’attenzione del ministero dell’Ambiente, si è svolto ieri un incontro informale tra una delegazione della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) nazionale — composta dal Presidente, Giuseppe Renzo, e dal Segretario, Sandro Sanvenero, — e il Direttore generale del ministero, l’avvocato Maurizio Pernice, in rappresentanza del ministro Andrea Orlando, impegnato fuori sede per attività istituzionali.
“I liberi professionisti non possono essere considerati imprese e quindi come tali non possono essere automaticamente assoggettati al sistema SISTRI – ha precisato Giuseppe Renzo – anche se, ovviamente, i professionisti della sanità sono pronti a fare il loro dovere per quanto riguarda il corretto smaltimento delle modeste quantità di rifiuti sanitari pericolosi che provengono dagli studi odontoiatrici” .
Maurizio Pernice, pur segnalando la difficoltà di distinguere la figura dei professionisti da quella degli imprenditori, a causa di alcune sentenze della Corte di Giustizia Europea che tendono ad equipararle, ha condiviso la necessità di prevedere, nell’ambito della normativa regolamentare che dovrà essere emanata dal Ministero dell’Ambiente, significativi elementi di semplificazione delle procedure a carico dei liberi professionisti che agiscono nell’ambito di uno studio privato.
Occorre prevedere, in sostanza, che gli oneri burocratici siano posti a carico delle imprese di smaltimento, cui già da tempo gli Odontoiatri si rivolgono per i rifiuti sanitari.
L’incontro si è concluso con la comune volontà di continuare nell’opera di reciproca comunicazione, affinché le normative sullo smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi – anziché una complicazione burocratica penalizzante – costituiscano un elemento di crescita e di ulteriore responsabilizzazione dei professionisti.